Ormai diffuso in tutte le nostre tavole, da Nord a Sud, il finocchio è una verdura che non può mancare in un’alimentazione sana e corretta. La sua forma è riconoscibile ad occhio nudo: bombato sotto e con i gambi che terminano con un ciuffo verde sopra.
Esistono in natura due varietà di finocchio e ognuna ha diverse caratteristiche: quello mantovano riconoscibile dalla forma leggermente più piatta e quello romanesco che è più tondeggiante.
In cucina viene utilizzato in molti modi, sia cotto che crudo, da solo o accompagnato da altri cibi. In questo articolo andremo alla scoperta delle tecniche più diffuse per coltivare finocchi.
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Famiglia di appartenenza
Il finocchio fa parte della stessa famiglia di sedano e carota, stiamo parlando delle apiaceae e come loro si può facilmente coltivare nei nostri orti grazie al clima italiano, ideale per la sua rigogliosa crescita.
Terreno adatto
Il terreno per la coltivazione del finocchio è meglio prepararlo precedentemente confrontandolo con letame o compost in modo da renderlo fertile e ottimo per una perfetta crescita. Inoltre deve drenare bene l’acqua in modo che non ristagni rischiando quindi malattie crittogamiche.
Periodo dell’anno
Quando coltivare i finocchi? Ovviamente non sempre è possibile coltivarlo, bisogna fare attenzione alle condizioni climatiche in quanto non sopravvive con temperature molto basse (minori di 7°) e non sopporta il ghiaccio, per questo è consigliabile seminare a marzo o a inizio estate. Questi periodi dell’anno sono ottimi in virtù del fatto che c’è anche molta luce solare, cosa che a questa pianta serve molto.
In periodi di freddo inaspettato è meglio coprire la coltivazione con tunnel di tessuto in modo da proteggerla. In base alla stagione si sceglie quindi la varietà da seminare: finocchi mantovani in primavera e finocchi romaneschi in autunno.
Semina e Raccolta
La semina dei finocchi deve avvenire in file distanti tra loro dai 50 ai 70 cm. circa, ogni seme deve essere a 30 cm. da quello vicino e inserito nel terreno ad 1/2 cm. di profondità. Le misure sono molto importanti in quanto se l’ortaggio ha spazio per crescere avrà una forma pressoché rotondeggiante altrimenti, in spazi stretti, sarà allungata e appiattita.
Diffuso è il trapianto del finocchio in quanto la pianta già sviluppata riesce a contrastare meglio le erbe selvatiche; nel caso non si riesca ad applicare questa tecnica bisogna tenere il terreno morbido e pulito da questo tipo di erbe cattive che possono modificare negativamente la crescita dell’ortaggio.
L’irrigazione dei finocchi deve essere frequente in quanto una carenza di acqua può portare alla fioritura e rovinare tutto il raccolto, soprattutto in zone calde e secche; ovviamente, come detto in precedenza bisogna evitare il ristagno.
La raccolta dei finocchi deve avvenire a circa 80-120 giorni dalla semina.
Malattie
Le malattie più conosciute e purtroppo più diffuse sono diverse, le più comuni però sono la peronospora, che porta a striature nere sui gambi, e la xantomonas, che fa marcire completamente la pianta; per prevenirle è importante irrorare la pianta di finocchio con il rame, in caso di pianta colpita la si estirpa.
Altra malattia del finocchi molto diffusa è la sclerotinia, essa è causata da un fungo che lentamente fa marcire la pianta colpendola prima in una zona limitata per poi espandersi; anche in questo caso è meglio estirpare la pianta colpita.
Ci sono anche animali che attaccano il finocchio come la farfalla macaone e i pidocchi afidi: le prime si mandano via mettendo le cipolle vicino alla pianta colpita e i secondi con aglio o propoli.