
Tra gli ortaggi largamente consumati e apprezzati c’è il finocchio selvatico, comunemente conosciuto come finocchietto. Questo alimento può essere consumato sia cotto sia crudo ed è alla base di numerosi piatti tradizionali, oltre che un gustoso e fresco contorno.
Per gli amanti del finocchio selvatico è consigliata la coltivazione in proprio, prestando attenzione alle condizioni favorevoli: questa pianta, infatti, resiste mediamente al gelo e mal tollera le temperature elevate.
Contenuti dell'articolo
- 1 La pianta di finocchio selvatico
- 2 Coltivare finocchio selvatico: quando e dove
- 3 Terreno
- 4 Esposizione
- 5 Trapianto
- 6 Irrigazione
- 7 Concimazione
- 8 Fioritura
- 9 Raccolto
- 10 Come conservare finocchio selvatico
- 11 Potatura e cimatura
- 12 Moltiplicazione della pianta del finocchio selvatico
- 13 Malattie e parassiti del finocchietto
- 14 Coltivare finocchio selvatico in vaso
- 15 Differenze tra finocchietto e finocchio
- 16 Consociazioni
- 17 Proprietà e Benefici
La pianta di finocchio selvatico
Il finocchio selvatico, o Foeniculum vulgare, è una pianta spontanea appartenente alla famiglia delle Apiaceae o Umbelliferae, e il cui sapore aromatico lo rende apprezzatissimo ai più.
La pianta ha origini mediterranee ed è proprio in Italia che trova condizioni climatiche favorevoli per una rigogliosa coltura. Il finocchietto è una pianta biennale e i suoi ortaggi vengono raccolti durante il primo anno di coltivazione mentre a seguire produrrà sia fiori sia semi utili a una successiva coltura.
Il grumolo bianco che forma alla base delle foglie è la parte commestibile che assicura all’ortaggio un sapore dolciastro. Si tratta di una pianta perenne dal bulbo ramificato che può raggiungere fino a 2 metri di altezza e produce foglie di colore verde scuro e ombrelle di colore giallo.

Coltivare finocchio selvatico: quando e dove
Per assicurare al finocchio le condizioni ottimali affinché cresca rigoglioso è consigliato coltivarlo come ortaggio invernale e scegliere quindi la primavera o l’autunno per il suo trapianto.
Il finocchio selvatico viene inoltre coltivato per il suo grumolo, la struttura compatta e biancastra dal sapore dolce raccolta dopo circa 3 mesi dalla semina. Il finocchio selvatico mal tollera le temperature inferiori ai 7 gradi e quelle sopra il 30 gradi, queste ultime, in particolare, possono rivelarsi dannose per la pianta.
In condizioni sfavorevoli, infatti, può montare a seme in anticipo poiché avverte il clima come minaccioso per la salute.
Terreno
Per coltivare al meglio il finocchietto o finocchio selvatico bisogna assicurarsi un suolo favorevole. La pianta richiede un’attenta lavorazione del terreno e una buona concimazione. È importante, per assicurare una crescita sana e rigogliosa, assicurare al finocchio un terreno poco compatto che eviti resistenza durante la crescita del grumolo.
Il terreno, inoltre, dovrà essere sempre ben drenato per evitare la formazione dei dannosi ristagni idrici. La lavorazione del terreno costituisce il passaggio determinante per la riuscita della coltivazione e si può dividere in quattro fasi essenziali: pulizia del terreno, vangature, zappatura e spianatura.
Esposizione
Le aree mediterranee sono quelle che assicurano le migliori condizioni climatiche alla pianta di finocchio, in quanto ha bisogno di molte ore di luce (circa 12). Per tale ragione l’esposizione al sole diretto è indicata, purché non si trovi in aree che superino i 30° C.

Trapianto
Il trapianto è un passaggio necessario quanto la semina avviene nel semenzaio, questo avviene manualmente quando la pianta raggiunge circa 10 cm di altezza.
Nel caso del finocchio selvatico questo passaggio può essere tranquillamente evitato seminando direttamente la pianta in piena terra.
Irrigazione
Come anticipato i finocchi non tollerano i dannosi ristagni idrici e per tale ragione è necessario che il terreno sia ben drenato.
Questo perché ha bisogno del suolo sempre umido e di essere irrigato spesso, soprattutto in zone molto calde. L’assenza di acqua può inficiare sulla sua crescita e danneggiare irreversibilmente la coltura.
Concimazione
Come anticipato, oltre alla cura del terreno, è determinante che il finocchietto sia sottoposto regolarmente a concimazione.
Sebbene non sia tra gli ortaggi più voraci di sostanze nutritive, è importante assicurargli la giusta dose di letame o compost. Molto apprezzata alla pianta è l’azoto. La pianta apprezza il terreno fertile ma è importante non eccedere con la somministrazione.

Fioritura
Il finocchio selvatico, in quanto pianta perenne, è caratterizzato da una fase vegetativa dell’apparato fogliare e una successiva fase chiamata riproduttiva durante la quale si assiste alla sua fioritura. Questa viene regolata dal fotoperiodo e cioè quel lasso di tempo tra la lunghezza del giorno e della notte.
Un altro fattore determinante per il periodo di fioritura è la temperatura. A favorire la fioritura del finocchietto sarà il fotoperiodo lungo e temperature alte
Raccolto
Il raccolto del finocchietto avviene non appena il fiore si apre e normalmente questa apertura si registra nei mesi di agosto e settembre. Il fiore della pianta può essere utilizzato fresco oppure fatto essiccare alla luce del sole diretto. La raccolta del grumolo avviene dopo circa 90 giorni dalla semina della pianta.
Come conservare finocchio selvatico
Il finocchio selvatico non ha lunga vita al di fuori del terreno e per tale motivo è necessario consumarlo fresco e prestare attenzione al metodo di conservazione. Il grumolo è la parte più resistente ma anche se conservata in frigo col tempo perderà la sua freschezza e inizierà a disidratarsi. Il consiglio è quello di programmare il raccolto ed evitare un’eccessiva produzione.

Potatura e cimatura
Sulla cimatura del finocchio è attiva una vivace diatriba: c’è chi è scettico e ritiene indifferente il passaggio e chi invece preferisce cimare il ciuffo del finocchio. Qualora la decisione fosse quella di cimare, allora è importane che venga spuntato solo il ciuffo della pianta.
Moltiplicazione della pianta del finocchio selvatico
La moltiplicazione della pianta di finocchio avviene per semina e questa può avvenire direttamente in piena terra, evitando così il passaggio del semenzaio.
Il periodo consigliato per la semina è l’estate, è in questo periodo che i semi vanno interrati in piena esposizione solare. Il seme è molto piccolo e va inserito a circa un centimetro di profondità, così da assicurargli la giusta vicinanza alla superficie.
Il sesto d’impianto invece va inserito a un minimo di 30 cm tra una pianta e un’altra.
Malattie e parassiti del finocchietto
Il nemico per eccellenza della pianta è il clima rigido ma il finocchio selvatico non è esente da malattie e parassiti che potrebbero inficiare sulla sua salute.
Il finocchio è molto sensibili alle malattie fungine come la peronospora, una malattia batterica che manifesta chiazze e strisce scure e conduce al marciume della pianta; la xantomonas, che si manifesta con le stesse macchie della prima e la sclerotinia, causata da un fungo presente nelle marcescenze esterne.
Alcuni parassiti che potrebbero attaccare e danneggiare la pianta sono i diffusi afidi ma anche il macaone, una farfalla parassita del finocchio.

Coltivare finocchio selvatico in vaso
Una delle domande più frequenti riguarda la coltivazione del finocchietto in vaso. La risposta è naturalmente sì anche se si sconsiglia questo tipo di coltivazione in quanto la pianta necessita di ampio spazio e luce diretta del sole.
Differenze tra finocchietto e finocchio
Il finocchio selvatico (Foeniculum vulgare) è una pianta erbacea spontanea, mentre il finocchio (Foeniculum vulgare var. dulce) è una varietà coltivata per le sue foglie e il suo bulbo commestibile. Il finocchietto ha un sapore più forte e amaro rispetto al finocchio coltivato, che ha un sapore più dolce e delicato.
In cucina, il finocchio selvatico viene spesso utilizzato come erba aromatica per insaporire piatti di pesce e verdure, mentre il finocchio coltivato viene consumato come ortaggio, crudo o cotto, in insalate, zuppe e come contorno.
Consociazioni
Le consociazioni consentono di sfruttare lo spazio verde che si ha a disposizione e a beneficiarne sarà sia l’ecosistema sia le piante coltivate. Il finocchio può essere, infatti, coltivato nel terreno dopo una coltura di piselli, di patate, di cipolle da consumo fresco o di spinaci. Se si associa alla cipolla, inoltre, si scongiura l’attacco da parte del macaone e si abbina anche a tutte le insalate, come lattuga, cicoria, radicchio e valerianella.

Proprietà e Benefici
Oltre al gusto aromatico capace di impreziosire numerosi piatti, il finocchio è largamente apprezzato per le sue proprietà benefiche per la salute, questo alimento presenta infatti proprietà carminative e ha anche una valida azione antiossidante e antinfiammatoria. Infine presenta proprietà drenanti che consentono di preservare e alleggerire l’apparato gastrointestinale.









