Come coltivare pesco

peschi

Il gustoso frutto estivo per antonomasia è sicuramente la pesca. La saporita polpa interna fa gola ai più e non desta sorpresa il fatto che in molti amino coltivarli nel proprio giardino. L’albero di pesco (Prunus Persica) raggiunge un massimo di 7-8 metri e coltivarlo in proprio rende giustizia al frutto, che può essere raccolto a maturazione completata. La pesca che normalmente viene acquistata, infatti, è raccolta prima della sua maggiore maturazione, a causa di esigenze di conservazione. Ecco perché coltivare un albero di pesco da sé può rivelarsi una scelta più che vincente.

Coltivare alberi di pesche

Maestosi, rosei e floridi. Gli alberi di pesco, fanno parte della famiglia delle rosacee e del sottogruppo delle drupacee. Sebbene il pesco possa essere coltivato anche in vaso, è consigliabile sempre lasciare agli alberi la possibilità di crescere in orti o giardini. Nonostante il desiderio di molti sia avere un albero di pesco nel proprio giardino, è importante sapere che questa pianta richiede molte attenzioni ed è incline a contrarre malattie e parassiti. Qui di seguito tutto ciò che c’è da sapere per intraprendere una buona coltivazione.

pesco da fiore
Pesco albero (Foto©Pixabay)

Terreno

Nonostante la pianta di pesco sia difficile e richieda attenzioni, ben si presta a tutte le tipologie di terreno. Questo grazie anche all’utilizzo di diversi portinnesti, come vedremo più avanti. Per ottenere un risultato ottimale è bene puntare su un terreno che abbia un’alta percentuale di sostanze organiche. Anche in terreni sabbiosi il pesco ben si adatta a una buona crescita, a patto che ci siano notevoli quantità di sostanze organiche e venga innaffiato spesso. Da evitare terreni compatti che possano provocare ristagni.

Esposizione

Se si è in dubbio su dove posizionare la pianta di pesco, è importante sapere che il luogo ideale di coltivazione deve avere un clima temperato con umidità media. Durante il periodo invernale la pianta è dormiente ed è bene lasciarla in un posto riparato per evitare il contatto con le intemperie. Nell’arco di questo periodo la pianta tollera i picchi al di sotto dei 15 gradi.

Portinnesti

Quando la pianta di pesco viene acquistata è importante chiedere delucidazioni sul tipo di portinnesto utilizzato per la coltivazione. Questa informazione si rivelerà fondamentale per riconoscere poi l’adattabilità della pianta al terreno. I tipi di portinnesti sono: il Franco, tradizionale e largamente diffuso, che permette di avere frutti maturi con una buona precocità e si adatta a terreni concimati e profondi; il San Giuliano n.1, che si adatta ai terreni pesanti e calcarei; il San Giuliano n.2, che si adatta agli impianti ampi e ai terreni argillosi e calcarei; il GF667, un portinnesto che si ottiene con l’ibridazione di pesco e mandorlo ed è indicato se la zona di coltivazione è molto calda e i terreni sono aridi e poveri; il Barrier 1, che si adatta a più tipi di terreni ed è ben resistente alle malattie, preferito quindi al tradizionale ma sensibile Franco.

foglie pesco
Albero di pesche (Foto©Pixabay)

Trapianto

Il trapianto del pesco può avvenire in svariati modi anche se è largamente diffuso l’acquisto della pianta direttamente dal vivaio. Ma se così non fosse, i metodi più diffusi sono principalmente due: l’innesto a occhio e l’innesto a incisione a “T”. Presente inoltre il trapianto tramite seme, questo però è sconsigliato perché non è indicato a replicare i caratteri genetici della pianta madre.

Irrigazione

Per il pesco è importante, così come in tutte le piante, l’irrigazione. Questo con particolare riferimento ai primi anni di vita quando le radici sono ancora profonde nel suolo. Si predilige l’irrigazione a goccia mentre per la frequenza è importante far riferimento al terreno e alla percentuale di pioggia. Se la coltivazione avviene durante estati particolarmente secche è bene portare avanti irrigazioni di soccorso anche agli alberi di pesco più anziani.

Pacciamatura

La pacciamatura è un altro step fondamentale, soprattutto se il pesco è stato coltivato in una zona secca e in assenza di impianto di irrigazione fisso. La pacciamatura permette al terreno di rimanere umido più a lungo e si presenta vantaggiosa per la riuscita della pianta. Questo passaggio è importante anche perché evita che nascano spontaneamente piante sotto al terreno che possano sottrarre acqua al pesco. Ma cosa dobbiamo usare per una pacciamatura? Può rivelarsi utile e vantaggioso creare un cerchio di paglia del raggio di un metro attorno al pesco oppure un telo plastificato nero.

qualità di pesche
Pianta pesco (Foto©Pixabay)

Concimazione

Anche la concimazione è un aspetto che nella coltivazione del pesco non va sottovalutata. Questo passaggio è importante dopo ogni raccolta annuale del frutto perché crea la base per una successiva e fruttuosa raccolta l’anno seguente. Oltre alla dose di compost, la pianta può essere nutrita di potassio con cenere di legna e fosforo ricavato attraverso i fosforiti.

Fioritura

Per gli occhi più attenti l’arrivo della bella stagione viene preannunciato dallo sboccio dei fiori di pesco. Il manto rosa crea un sublime gioco di colori e profumi che rendono unico nel suo genere la pianta. Vediamo qui di seguito la raccolta del frutto e alcuni consigli per provvedere al meglio alla coltivazione della pianta.

Raccolto

Nel mese di maggio fino a settembre viene effettuata la raccolta delle pesche; il mese varia a seconda della tipologia di pianta. Il frutto del pesco viene riconosciuto maturo attraverso la buccia, la durezza della polpa e la dimensione. Se queste tre caratteristiche rispondono alle aspettative, allora il frutto è pronto per essere raccolto. La pesca, purtroppo, non si presta alla conservazione ed è bene quindi che venga consumata rapidamente dopo la raccolta. Per poterla conservare è bene riporla nel frigo ma può anche essere congelata una volta denocciolata, lavorata e conservata in sciroppi.

varieta' di pesche
Piante di pesco (Foto©Pixabay)

Potare pesco

Come già sottolineato la cura della pianta di pesco richiede molte attenzioni e la potatura rientra sicuramente tra queste. Innanzitutto questo passaggio viene richiesto fin dalle prime fasi di crescita della pianta, per permettere al pesco di evolversi vigoroso. Questo permette anche alla pianta di seguire la propria naturale forma, tra le più diffuse quelle a vaso e quelle a fuso libero. Oltre alla potatura è importante fornire già da subito alle piantine un sostegno, come un paletto di legno che servirà allo sviluppo della stessa. Gli interventi di potatura del pesco sono anche i tagli di ritorno, quelli incentrati alla rimozione dei rami improduttivi e quelli malati o troppo affastellati. E’ importante che la potatura vada effettuata lontano dai periodi di freddo e di gelo intenso.

Moltiplicazione del pesco

L’anno successivo alla potatura i gran risultati saranno evidenti nella moltiplicazione del pesco. La pianta si riproduce per seme e mediante i portainnesti, di cui abbiamo parlato sopra.

Malattie e parassiti del pesco

Tra le piante del frutteto il pesco è sicuramente quello più delicato e incline alle malattie. Nonostante ciò si può intervenire sulla pianta attraverso prodotti ecologici che mirano alla protezione dello stesso. La malattia più frequente è la bolla del pesco, causata da un fungo e che vedremo quindi in un paragrafo periferico qui sotto. Tra le altre malattie figurano: la vaiolatura, una malattia crittogamica, riconoscibile attraverso piccole tacche rosso – violacee che costellano le foglie. Queste ultime poi, appariranno bucherellate. Un’altra patologia frequente è la monilia. Questa malattia accomuna ciliegio, pesco, albicocco e susino. La monilia colpisce i frutti ammuffendoli e mummificandoli. Attenzione anche all’eventuale fuoriuscita di efflorescenza bianca e polverosa, questa infatti può essere il sintomo dell’oidio. Per poter prevenire le varie patologie alle quali è soggetto l’albero di pesco è bene utilizzare macerati di piante che stimolano le difese naturali oppure utilizzare il polisolfuro di calcio. Anche i parassiti sono spesso in agguato, tra questi: la cocciniglia bianca, la scolitide, il ragnetto rosso e l’anarsia del pesco.

albero del pesco
Albero di pesco in fiore (Foto©Pixabay)

Bolla del pesco

Abbiamo parlato delle malattie che può contrarre la pianta di pesco ma un paragrafo a parte richiede quella largamente diffusa: la bolla del pesco. Questa, così come la vaiolatura, è una malattia crittogramica, causata cioè dai funghi. Il nome sottolinea l’aspetto bolloso e deformato che provoca ai germogli, alle foglie e ai frutti. La malattia può provocare danni irreversibili alla pianta ed è particolarmente frequente in Campania, Puglia, Sicilia ed Emilia Romagna, dove si presenta in forma epidemica. Fondamentale per evitare il peggio è la prevenzione e l’intervento repentino una volta individuata la malattia. Riconoscerne i sintomi quindi è fondamentale: innanzitutto, come si evince dal nome, è intuibile attraverso la bollosità delle foglie, prime a essere colpite. Altro campanelli d’allarme sono l’escrescenza carnosa sui germogli e lo sboccio di fiori deformi.

Consociazioni

La pratica della consociazione rappresenta la coltivazione di piante diverse sullo stesso terreno. Dunque se gli interrogativi sono sulle consociazioni del pesco, qui di seguito sciogliamo ogni dubbio. E’ importante che la consociazione venga sempre fatta per associazione di famiglia. Dunque via libera alle rosacee e al sottogruppo delle drupacee: ciliegio, pesco, susino, mandorlo, nespolo, sorbo, albicocco, cotogno, melo e pero.

piantare pesco
Coltivazione pesco (Foto©Pixabay)

Proprietà e benefici

Bella, buona e profumata: la pesca rappresenta un vero e proprio toccasana durante la stagione estiva ma ecco quali proprietà e benefici il succulento frutto porta con sé.Tanto per cominciare è importante ricordare che il frutto è costituito per il 90% di acqua ed è largamente diffuso l’uso dissetante. Utile anche contro la stitichezza, i calcoli renali e la cellulite. Inoltre la pesca è nutriente ma a basso contenuto calorico e contiene primo tra tutti il potassio, poi fosforo, calcio, magnesio e ferro. E’ ricca di vitamina C, tanto che una singola pesca può ricoprire il fabbisogno quotidiano del 15%. Queste sono alleate del peso, del sistema immunitario, delle ossa, dei denti, della pelle e del cuore. Il frutto è dimostrato terapeutico anche per chi soffre di cefalea.

Varietà di pesche

Sono numerose le varietà di pesche e nei banchi dei mercati è possibile scrutare le diverse tipologie. Il periodo estivo brulica di varietà di pesche, tra queste la più nota, ovvero la pesca gialla: la caratteristica di questa, come si evince dal nome, è la polpa di colore giallo. Abbiamo poi la pesca bianca che ha all’interno una polpa bianca e filamentosa, sebbene l’esterno sia come la pesca gialla. La pesca nettarina bianca, largamente indicata come pescanoce, frutto dalla polpa gialla e dalla pelle liscia e rossastra. La percoca, dalla polpa gialla compatta e aderente al seme e indicata per la preparazione della frutta sciroppata. Abbiamo poi la pesca tabacchiera, o saturnina, dalla forma piatta e schiacciata e diffusa in Sicilia e Calabria.

 

Comments (2)

  1. pino
    Postato il11 Dicembre 2020
    • Monica Della Ragione Monica
      Postato il18 Dicembre 2020

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