
Il pitosforo è una tra le piante più utilizzate per realizzare siepi multicolori che rendono il giardino sicuramente più variegati e vivace. Tra l’altro sono abbastanza semplici da mantenere e coltivare. In questa guida ti spiegherò sia come coltivarli nel minimo dettaglio sia anche quali sono le sue varietà anche per, magari, creare anche composizioni spettacolari.
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Il pitosforo
Il pitosforo è un arbusto abbastanza grande che fa parte della famiglia delle Pittosporaceae che comprende circa 150 specie. Questa pianta è originaria degli Stati asiatici, dell’ Oceania e della zona africana.
Proprio nei luoghi di origine hanno un portamento arboreo che fa raggiungere alla pianta anche i 20 metri di altezza. Il pitosforo è una pianta perenne ed è ottima per realizzare una siepe da giardino anche perché non necessita di cure eccessive. La più diffusa specie nel nostro continente è il Pittosporum torbira, caratterizzata da foglie lunghe 2-4 cm, strette, di colore verde e dalla lamina lucida. I fiori del pitosforo sono piccoli e dal colore bianco che con il passare del tempo diventano color panna. Questi ultimi crescono in pannocchie terminali larghe fino a 8 cm.

Come e quando coltivare il pitosforo
Il pitosforo è una pianta che si può coltivare sia in piena terra, andando a costruire una siepe oppure in vaso; ciò accade perché questa pianta è molto rustica e quindi tollera facilmente qualsiasi tipo di condizione. Ti consiglio vivamente di partire dalla coltivazione per talea. Fai poggiare il pitosforo su un terreno non troppo calcareo e a base drenante, in modo da non lasciare il terreno non troppo umido. Cerca di annaffiare molto la pianta durante la primavera inoltrata e l’estate quando gli arbusti sono ancora giovani. Dato che questa specie predilige il sole o i posti di mezz’ombra, potresti pensare di coltivarlo durante la primavera per farla crescere nel migliore dei modi.
Messa a dimora
Per quanto riguarda la messa a dimora prediligi la stagione autunnale, in quanto il terreno non è ne troppo umido né gelato, quindi ottimo affinché il pitosforo si radichi nel terreno e cresca facilmente e con buoni risultati. Inoltre questo periodo potrebbe portarti a una fioritura notevole.
Se vivessi nel Nord Italia, favorevole sarebbe una messa a dimora primaverile. Se infatti la pianta è molto rustica, comunque non si comporta nel migliore dei modi durante inverni troppo rigidi. Prediligi la primavera per evitare durante la stagione invernale una morte precoce del pitosforo.
Esposizione
Queste piante prediligono posizioni ben soleggiate, proprio i raggi del sole permettono loro di svilupparsi in tutte le qualità che posseggono. Ciò non limita la possibilità di coltivare qualora vivessi al Nord; in questo caso potresti sia coltivarle in vaso – in modo da poter spostare la pianta ogni volta che arriva l’inverno – sia coltivarle in pieno terreno ed esposte verso Sud di modo da ricevere quanto mai calore diretto da un muretto posizionato nei pressi e dai raggi solari. Se abiti invece nel Sud puoi anche considerare zone a mezz’ombra per la coltivazione di questo arbusto.

Irrigazione
Il pitosforo per sua natura non si dimostra intollerante a un’irrigazione sporadica, anzi ciò potrebbe sfavorire anche i tanto odiati ristagni d’acqua. C’è anche da dire che la pianta certo non si può far seccare, di conseguenza prediligi annaffiature irregolari durante periodi estivi o di grande siccità.
Concimazione
La concimazione principalmente si svolge per incoraggiare la fioritura. A questo proposito puoi in autunno pacciamare i piedi della pianta con stallatico sfarinato o anche un più comune pellettato unito a un po’ di cornunghia. Svolgi la concimazione durante la primavera con concime granulare a lenta cessione.
Fioritura
La fioritura è primaverile e regala al giardino domestico un’esplosione di piccoli fiorellini tutti raggruppati in pannocchie, questi vanno a decorare una siepe che sembra comunissima. Se si vanno a coltivare più varietà assieme ecco che il giardino durante questa stagione diventa coloratissimo, infatti l’arbusto è diversificato in ogni sua tipologia sia per quanto riguarda il fogliame, ricco di infinite varianti che il colore dei fiori.

Potatura le siepi di pitosforo
In generale la potatura è consigliata sul finire della fioritura, in quanto l’assenza dei fiori ti renderà più facile l’operazione. Se vuoi effettuare una potatura di mantenimento, il periodo migliore è quello di febbraio, in modo da poter togliere tutti i rametti malati o particolarmente secchi. Per far arieggiare la pianta cerca di lasciare i rametti verso l’esterno.
Moltiplicazione della pianta di pitosforo
La moltiplicazione del pitosforo può sia avvenire per semi che per talea. Se si vuole ottenere una pianta uguale a quella madre sconsiglio fortemente la moltiplicazione per semi. Quest’ultima è molto semplice, poni in una cassetta piena di una composta fatta di terriccio fertile e sabbia grossolana. Fino alla germinazione tieni i terreno umido e protetto da un foglio di plastica, controllando sempre lo stato del terreno.
Una volta che le piante hanno germogliato togli il telo di plastica e sposta la cassetta in una posizione più luminosa. Il trapianto deve venire quando le piantine saranno abbastanza grandi. Anche la moltiplicazione per talea non è difficile da svolgere. Taglia un ramoscello appena sotto la foglia in senso obliquo. Leva le ultime foglie e inzuppa la talea in una polvere rizogena mischiata a un fungicida per evitare parassiti.
Impianta quindi la talea in una torba scura mischiata a sabbia grossolana a una profondità di 1,5-2 cm. tieni il vaso coperto con della plastica per mantenere un buono stato di umidità e controlla quotidianamente il tutto. Una volta che vedrai i primi germogli potrai considerare la talea radicata a terreno e piantarla nel vaso definitivo o in piena terra.

Malattie e parassiti del pitosforo
Il pitosforo da questo punto di vista non crea molti problemi, in quanto è una pianta rustica. Stai attento in particolar modo alla cocciniglia che puoi trattare olio minerale attivato da insetticidi. Cerca di prevenire la fumaggine e a eventuale oziorrinco.
Coltivare pitosforo in vaso
Coltivare il pitosforo in vaso si potrebbe rivelare utile se si vive in zone fredde. Anche i questo caso il terriccio deve essere ricco e ben drenato. L’unica differenza dal pitosforo coltivato in piena terra riguarda l’irrigazione. Quest’ultima deve essere più frequenza. Cambia il terreno nei vasi ogni 2-3 anni.
Varietà di pittosporum
Le specie di questo arbusto sono ben 150, motivo per il quale ti parlerò di quelle più conosciute. In primis abbiamo il pittosporum tenuifolium, dai fiori porpora e profumati e dai ramoscelli rossastri. Secondo è il pittosporum tenuifolium ‘Silver queen’, anche questo ha i fiori porpora e foglie verde chiaro con un margine crema. Il più classico è il pittosporum torbira, di questa tipologia ne esiste anche la varietà nana che è molto più compatta e ha una crescita fino ai 90 cm.









Buongiorno, avrei bisogno di un vostro cortese suggerimento. Ho una siepe di pitosfori di 30 anni lunga 150 metri all’Isola d’Elba irrigata con ala gocciolante con gocciolatoi da 2l/min a 30 cm di distanza. Avrei bisogno di sapere quanta acqua dare in una estate calda come lo è ora. Il terreno è prevalentemente argilloso. L’impianto di irrigazioni attualmente è programmato per irrigare alle 6 del mattino per un’ora tre volte alla settimana. Grazie mille per l’attenzione.
Buongiorno Silvano, è molto difficile dirlo. Dovrebbe fare dei tentativi, il terrene deve essere bagnato ma non ci devono essere ristagni idrici. Se alle 6 il sono è già sulle sue piante può programmarlo un’ora prima.