Il Sorbo o Sorbus domestica è un albero da frutto tipico delle regioni mediterranee. Questo produce le sorbe o sorbole, già ben noto ai tempi degli antichi Romani che ne andavano ghiotti, ma ormai quasi dimenticato come frutto sulle nostre tavole, anche se buonissimo.
L’albero in sé si può utilizzare sia come pianta da frutto che come pianta ornamentale. È tutto sommato facile da gestire e coltivare, anche se a crescita molto lente e richiede pazienza, in compenso, se ben curata, è in grado di vivere per oltre 400 anni.
Contenuti dell'articolo
- 1 La pianta di sorbo
- 2 Coltivare sorbe: quando e dove
- 3 Terreno
- 4 Esposizione
- 5 Trapianto
- 6 Irrigazione
- 7 Concimazione
- 8 Fioritura
- 9 Raccolto
- 10 Come conservare sorbo
- 11 Potatura e cimatura
- 12 Moltiplicazione della pianta di sorbo
- 13 Malattie e parassiti del sorbo
- 14 Consociazioni
- 15 Proprietà e Benefici
- 16 Tossicità
- 17 Varietà di sorbo
- 18 Curiosità
- 19 Significato dei fiori: sorbo
La pianta di sorbo
La specie Sorbus domestica appartiene alla famiglia botanica delle Rosaceae, una famiglia in cui rientrano la maggior parte degli alberi da frutto comuni, come il melo, il pero, il pesco, il ciliegio, il susino, l’albicocco, etc.
Si tratta di una pianta che può raggiungere i 20 metri d’altezza (anche i 30 su terreni aprticolarmente ricchi) e tra i 12 e 15 cm di larghezza; il tronco possente ed eretto ha la corteggia di colore grigio chiaro con chiazze bianche, i rami invece, quando sono completamente sviluppati, sono di colore verde scuro spesso ricoperti da peluria e con gemme appuntite ricoperte da una patina appiccicosa su alcune parti.
Le foglie sono semplici, lunghe una ventina di centimetri, con i margini seghettati e l’apice acuto, la superficie superiore è di colore verde scuro mentre quella inferiore è color argento chiaro; in Autunno cambiano colore diventando tutte completamente rosse accese.
I fiori sono piccoli, rotondi e bianchi e si trovano racchiusi in infiorescenze, dette corimbi, larghi circa 10 cm e a forma di cono; sono ermafroditi.
I frutti sono invece di forma rotonda o a pera (a seconda della specie), sono larghi tra i 2 e i 5 cm e presentano un colore rosso scuro-marrone, che si scurisce sempre di più man mano che maturano. La polpa è verdognola e i semi all’interno sono grandi e scuri. Il sapore è dolce quando raggiungono la completa maturazione, ma è sgradevole e aspro anche se si colgono un minuto prima di questa, quindi bisogna fare attenzione.
Coltivare sorbe: quando e dove
Dato che il Sorbo cresce spontaneamente nelle regioni più calde del centro e del sud Italia, il luogo migliore dove avviare una coltivazione di questi alberi è proprio uno dal clima mediterraneo. Non è detto però che l’albero non possa crescere anche in regioni del nord, poiché si tratta di una pianta molto rustica e che si adatta a tanti tipi di condizioni e terreni diversi, purché possa avere sempre il sole a disposizione. Al nord quindi con qualche accorgimento, ad esempio evitare di piantarlo quando c’è il rischio di gelate e proteggerlo nelle prime fasi di vita, si può riuscire a far crescere il sorbo in salute.
Terreno
Il sorbo non è per niente esigente in fatto di terreno, cresce praticamente in ogni condizione ad eccezione dei terreni stagnanti o paludosi: argilloso, sabbioso, calcareo, etc. il terreno ottimale è ovviamente un terriccio morbido smosso e fertilizzato, dove potrà prosperare per molti anni e diventare alto e forte.
Esposizione
Il sorbo teme l’assenza di luce, senza sole infatti non può crescere abbastanza robusto da poter poi produrre i suoi frutti. Quindi assicuratevi che la vostra piantagione sia sempre in pieno sole. È una pianta che, una volta cresciuta, resiste anche molto bene al freddo intenso e al caldo intenso, non dovrebbe crearvi nessun problema.
Trapianto
Il Sorbo di solito non si sottopone a trapianto, deve essere piantato già nella dimora dove crescerà e mai più spostato. In alcune condizioni però può essere allevato in serra e fatto crescere un pochino prima di essere messo a dimora, per assicurarsi che sia abbastanza forte da resistere alle condizioni atmosferiche non ottimali. Questo ad esempio avviene in regioni più fredde o comunque dove c’è il rischio di gelate tardive che possono uccidere l’albero nei suoi primi mesi di vita.
Inizialmente il sorbo può essere coltivato in vasi di medie dimensioni contenenti terriccio e con attenzione al substrato per evitare ristagni, può essere spostato nella sua dimora definitiva a primavera inoltrata quando avrà raggiunto almeno i 6 mesi di vita.
Irrigazione
Durante le prime fasi di vita il sorbo andrà irrigato costantemente, poiché non avrà le radici abbastanza lunghe da potersi procurare acqua da solo, specialmente durante l’estate o in periodi di siccità; quindi assicuratevi di mantenere il terreno in cui sta crescendo sempre umido. A partire dall’età di 2 o 3 anni in poi non avrà più bisogno di queste cure e si accontenterà delle piogge o dell’acqua che le radici riusciranno a prelevare dal sottosuolo.
Concimazione
Stesso discorso per la fertilizzazione del sorbo, questa va eseguita solamente durante i primi 2 o 3 anni di vita, con un fertilizzante liquido somministrato insieme all’acqua di irrigazione. Il resto del tempo l’albero saprà prendersi cura di se stesso. Ricordatevi di inserire anche del fertilizzante naturale, magari del letame, nel punto di messa a dimora dell’albero, per aiutarlo con la parte più delicata dello sviluppo nei primi mesi.
Fioritura
La fioritura avviene in primavera, si vedranno comparire dapprima i corimbi e poi i fiori al loro interno.
Raccolto
Il Sorbo inizierà a produrre frutti soltanto dopo 15 anni dalla semina o 10 anni circa dall’innesto. Non sarà possibile avere dei frutti prima, ma se la pianta è sana dopo questo periodo di tempo inizierà la produzione in abbondanza.
Le sorbole devono essere raccolte al loro massimo punto di maturazione o saranno terribilmente aspre. Vi accorgerete della maturazione completa quando la buccia del frutto smetterà di scurirsi. Se doveste sbagliare e raccogliere in anticipo, potete sempre seguire il processo di ammezzimento spiegato appena sotto.
Come conservare sorbo
I frutti del sorbo possono essere raccolti già maturi, ma in alcune tradizioni questi vengono raccolti appena prima della completa maturazione e vengono lavorati in maniera particolare. Il procedimento di ammezzimento e serve a far uscire tutto il dolce dal frutto. Perché questo avvenga le sorbole vengono sistemate in locali freddi ma asciutti a riposare su uno strato di paglia per qualche settimana.
Alla fine del trattamento i frutti avranno un aspetto brutto alla vista, avranno infatti la buccia molle e totalmente imbrunita; il sapore però sarà straordinariamente dolce e il frutto avrà una polpa molle, leggermente farinosa e profumatissima.
Oltre a essere consumate fresche queste possono essere essiccate, in modo naturale al sole oppure con un essiccatore, conservate in barattolo di vetro nel quale durano circa un mese e mangiate come frutta secca in qualsiasi momento.
Potatura e cimatura
La potatura è necessaria per tenere l’albero in salute e far sì che cresca ordinato. Si può scegliere il tipo di forma che si vuole dare all’albero tra piramidale e naturale, l’importante è che poi si mantenga sempre la forma scelta; questo non influenza la salute dell’albero in alcuno modo, perciò potete scegliere a vostro gusto.
È importante che all’interno della chioma ci sia abbastanza spazio per far penetrare la luce, altrimenti non potranno crescere ne fiori né frutti, perciò potate bene i rami dentro, soprattutto se sono malati, secchi o danneggiati dal vento. In generale, qualsiasi parte dell’albero sia danneggiata in qualsiasi modo va eliminata il più presto possibile, a meno che non si tratti delle radici.
Moltiplicazione della pianta di sorbo
Il sorbo si può moltiplicare per talea, innesto o semina. Tra tutti i metodi però il meno consigliato è la semina, poiché alla pianta occorre molto tempo per germinare e crescere e potreste non vedere i primi risultati per un lungo periodo di circa 15 anni.
Se comprate la piantina in vivaio invece questa può essere innestata su altre piante che la aiutano nella crescita e che vi faranno risparmiare un po’ di tempo e la pianta potrà crescere in circa 10 anni.
I portainnesto più comuni sono il biancospino e il pero selvatico, perché sono piante molto affini, ma valutate anche altri tipi di piante se notate che nel vostro ambiente si comportano piuttosto bene.
L’innesto è la pratica migliore anche perché, grazie alla pianta su cui è innestato, il sorbo si adatterà meglio alle condizioni climatiche e di conseguenza essere più resistente. Per andare a buon fine l’innesto deve essere fatto con piantine che abbiano almeno 2 anni di vita; i sesti di impianto e le file devono essere distanziati almeno 6 metri l’uno dall’altro.
Malattie e parassiti del sorbo
Solitamente il sorbo non soffre di malattie e non viene attaccato da parassiti, ma può essere che in presenza di altre colture vicine o in zone con infestazioni anche questo venga coinvolto. Le principali malattie che potenzialmente possono attaccarlo sono:
- Oidio o mal bianco, si manifesta con delle spore bianche attaccate alle diverse parti dell’albero, si deve trattare l’albero con lo zolfo per evitarlo;
- Ruggine, si manifesta sulle foglie che diventano di colore arancio scuro (come la ruggine), la ruggine è l’effetto di un fungo e colpisce le piante quando l’ambiente non è salubre o troppo umido, l’unica soluzione sono gli agenti chimici fungicidi,
- Carie del legno, si manifesta con un consistente cambiamento del colore del legno che di solito diventa bianco, è l’effetto di un fungo che entra attraverso una ferita nella pianta, si può identificare durante le operazioni di potatura studiando l’interno del ramo potato e si può prevenire utilizzando le buone pratiche della coltura, soprattutto riguardanti le operazioni con attrezzi sterilizzati;
- Marciume radicale, avviene per la troppa acqua presente al livello delle radici, si può identificare con diversi segni di malore della pianta, soprattutto dalle foglie, per evitarlo bisogna preparare bene il terreno della messa a dimora in modo che sgrondi sempre l’acqua in eccesso e non praticare annaffiature troppo abbondanti.
Consociazioni
Il Sorbo non ha consociazioni che lo agevolino nella crescita e non agevola altre piante che gli si trovano intorno.
Proprietà e Benefici
I frutti del Sorbo, le Sorbole o Sorbe, sono ricchi di elementi nutritivi interessanti. Vitamina C, diversi minerali tra cui Magnesio, Zinco e Potassio e gli zuccheri, che nei frutti maturi raggiungono anche il 20% del peso totale. Tra questi il più importante è il Sorbitolo, un composto dal sapore dolce che però non innalza il livelli di Glucosio nel sangue e non danneggia gengive e denti come farebbe un normale zucchero, perché i batteri che provocano la carie non sono in grado di digerirlo. Il Sorbitolo viene molto usato nell’industria alimentare proprio per queste sue caratteristiche e anche per il fatto che è completamente sano e adatto, per dolcificare qualsiasi alimento, per chi soffre di diabete.
Tossicità
Il Sorbo non risulta tossico per nessuna specie animale né per l’uomo.
Varietà di sorbo
Il Sorbo ha soltanto 2 varietà, utilizzate entrambe sia come piante da frutto che come piante ornamentali, e sono:
- Sorbus domestica pomifera, che produce dei frutti molto simili alle mele, cioè di forma tondeggiante;
- Sorbus domestica pyrifera, con delle bacche somiglianti a delle piccole pere.
In Italia crescono entrambe spontaneamente nelle regioni in cui trovano il clima adatto, cioè al centro-sud, la coltivazione invece non è molto redditizia quindi tende a essere poco diffusa.
Curiosità
La fruttificazione del Sorbo nell’antichità era un buon presagio per la famiglia del contadino, infatti un albero di questo tipo non mancava mai nei cortili o nei campi delle case agricole.
Questa pianta è anche chiamata il sorbo degli uccellatori perchè i suoi frutti sono cosi appetitosi e dolci che anche gli uccelli li amano, e quindi i cacciatori usano queste piante come base di caccia.
Significato dei fiori: sorbo
Il Sorbo è una pianta da frutto, i suoi fiori non hanno particolare significato e la pianta non viene donata ma solo acquistata per la coltivazione.