
Oggi i funghi chiodini rappresentano un elemento chiave in numerose ricette. In origine sono stati descritti dal micologo danese Martin Vahl nel 1790 e classificati poi come Armillaria mellea dal micologo tedesco Paul Kummer.
Coltivarli in casa è possibile se si è abili a ricreare un luogo umido, dalla temperatura costante e il più simile possibile al sottobosco nel quale sorgono spontaneamente in natura. Vediamo insieme come creare una soddisfacente coltivazione di funghi chiodini.
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I funghi chiodini
Funghi chiodini è il nome con il quale sono conosciuti gli Armillaria mellea, funghi parassiti che possono danneggiare boschi, foreste, giardini e frutteti. Nascono spontaneamente sotto gli alberi attraverso dei fili miceliari, dei filamenti molti simili a delle radici.
Sono diffusi in tutta Europa e in molte zone del Nord America e gli esperti tendono a suddividerli per varietà. Ci sono infatti funghi chiodini che si distinguono per colore o sapore.
Esistono inoltre varietà di funghi simili ai chiodini ma distinguibili per altri dettagli, come ad esempio gli Hypholoma Sublateritium, conosciuti anche come falsi chiodini.
Per riconoscere un fungo chiodino è importante tenere in considerazione il cappello o tappo, le branchie e lo stelo. Il cappello ha una dimensione variabile che oscilla tra i 5 e 10 cm e il colore va dal giallo/miele al rosso/marrone.
A determinare il fungo chiodino è la forma del cappello che, inizialmente è convesso e poi si appiattisce alla base. Le branchie sono fitte e color carne ma col passare del tempo assumono sfumature giallastre mentre invecchiando sviluppano macchie color ruggine.
Gli steli restano bianchi soltanto nel primo periodo, in seguito al quale assumono colori gialli o bruni/giallastri. Lo stelo va dai 5 ai 15 mm di diametro e l’altezza generale del fungo oscilla tra i 6 e i 15 cm.

Dove e quando coltivare funghi chiodini
Coltivare i funghi chiodini in casa è tra le sfide di maggior interesse tra i coltivatori. Questo è possibile procurandosi delle spore e un adeguato terreno di coltura che sia ricco di sostanze nutritive e costantemente umido.
I chiodini nascono infatti in zone umide ma poter ricreare il proprio habitat è possibile posizionandoli all’interno di un contenitore che abbia una profondità di 5 o 6 cm e da riporre in un luogo buio che registri la temperatura costante di circa 20°C.
In questo modo sarà possibile coltivare i funghi ovunque si voglia, in serra, in casa propria o persino in giardino.
Come coltivare i chiodini
I chiodini rappresentano un must sulle nostre tavole e c’è chi al giorno d’oggi ambisce a una coltivazione domestica. Poter coltivare in casa i funghi chiodini è necessario procurarsi un contenitore, un foglio di plastica, del letame e miceli del chiodino. Una volta ottenuti gli elementi chiave per ricreato l’habitat ideale del fungo chiodino, si prosegue tenendo in considerazione il fatto che i funghi sono elementi simbionti, si nutrono cioè delle sostanze organiche presenti nel terreno.
Per poter predisporre quindi una coltivazione favorevole è utile fornire loro di tutte le sostanze richieste. È possibile farlo sfruttando una cassetta della frutta da rivestire con un foglio di plastica spesso, il cui obiettivo è trattenere l’acqua all’interno e garantire un ambiente molto umido. Sul fondo andranno posti del letame stagionato, paglia o foglie di sottobosco e i miceli del chiodino.
A questo punto bisogna versare all’interno del composto almeno 2 litri di acqua. Un aspetto che non va sottovalutato per un abbondante raccolto è la presenza di concimi all’interno della cassetta, nella preparazione è infatti importante non dimenticare il letame, che ha la funzione di apportare i minerali necessari all’attecchimento dei miceli, e le sostanze nutritive favorevoli al loro sviluppo.

Irrigazione
Per una coltivazione sufficientemente copiosa di funghi chiodini è importante mantenere il terreno costantemente umido.
Fin da quando viene predisposto il contenitore è necessario irrigare con abbondante acqua il terreno. Infatti i misceli se non trovano un suolo grondante difficilmente daranno origine allo sviluppo dei funghi. Il consiglio è quello di non trattenersi dall’irrigare costantemente il terreno e, una volta comparsi i primi funghi, è importante proseguire con un costante e quotidiano trattamento.
L’irrigazione può essere ridotta ma mai abbandonata del tutto se l’aria si presenta particolarmente umida.
Malattie e parassiti
La difficoltà della coltivazione è dovuta all’eccessiva presenza di acqua di cui i funghi chiodini necessitano. Questo aspetto infatti può favorire l’insorgere di malattie fungine e ristagni idrici.
Una cattiva irrigazione per contro può favorire l’insorgere di funghi rinsecchiti ed esili, sintomo evidente di assenza di acqua all’interno del suolo.
Se invece il fungo presenta una patina bianca in superficie bisogna drasticamente ridurre o cessare l’irrigazione, questa prevenzione può salvare l’intero raccolto ed evitare che la muffa coinvolga gli altri esemplari.
Punto Saliente | Dettagli |
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Periodo di coltivazione | Autunno o primavera |
Substrato ideale | Legno in decomposizione, ceppi di latifoglie |
Esposizione | Ombra, zone umide e fresche |
Irrigazione | Costante, mantenere il substrato umido |
Concimazione | Non necessaria, utilizzare substrato naturale ricco di materia organica |
Raccolta | Quando i funghi sono ben sviluppati, dopo 3-4 settimane |
Malattie comuni | Muffe, infestazioni di insetti |




