
Per quanto oggi ci sia una forte tendenza a dissociarci dall’agricoltura industriale per abbracciare totalmente quella biologica, molto spesso sembra davvero inevitabile cadere nella trappola dell’utilizzo di disinfestanti, pesticidi e fertilizzanti chimici. E si sa che tutto ciò che è chimico, per quanto possa sembrarci il modo più efficiente e veloce per eliminare le varie problematiche legate alla coltura, massimizzando la produzione, si rivela, a volte prima, a volte molto dopo, un enorme danno per l’ambiente, per la qualità dei prodotti e per la nostra stessa salute.
La crescente presa di coscienza sulle gravi conseguenze legate all’agricoltura industriale si è tradotta, ovunque nel mondo, in un generale entusiasmo per un’agricoltura biologica, a km zero e volta all’ utilizzo esclusivo di prodotti naturali che rappresentino un rimedio affidabile per il coltivatore a e al contempo una garanzia per il consumatore. Rimedi naturali come l’insetticida Spinosad, un prodotto che pare rispondere alle domande dei più attenti e scrupolosi agricoltori dediti al biologico.
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Che cos’è Spinosad
Lo Spinosad è un prodotto fitosanitario di origine naturale, il cui scopo è conservare e proteggere i vegetali dagli organismi nocivi. È ottenuto attraverso la fermentazione di un particolare microorganismo, il Saccharopolyspora Spinosa, un batterio dai lunghi e ramificati filamenti, che è normalmente presente nel terreno.
La produzione industriale di tale prodotto si ottiene in laboratorio, mediante un processo che prevede la coltivazione del batterio in un substrato denominato “brodo di coltura”, composto da acqua, estratti lievitanti, saccarosio, bicarbonato di sodio, miscele di farine, vitamine, minerali e oli vegetali.
Dopo una prima fase che può essere considerata “di incubazione”, il brodo subisce un fenomeno di fermentazione dal quale vengono estratte le due tossine utilizzate nella produzione dei formulati commerciali, denominate rispettivamente spinosina A e spinosina B. Sostanze che interferiscono con le trasmissioni sinaptiche neurali e neuromuscolari degli insetti con cui entrano in contatto, provocando convulsioni muscolari, paralisi e, nell’arco di tre giorni dopo l’assunzione, la morte dei parassiti.
Un processo chimico che non deve fuorviare dal mettere in dubbio la naturalità del prodotto; anche perché lo Spinosad viene collocato nell’allegato II del Regolamento europeo 889 del 2008 sulla produzione biologica (attuativo del Regolamento 834/07), in cui la categoria delle “sostanze prodotte da microrganismi” è totalmente ammessa nell’agricoltura biologica.
Come si usa
La natura ecologica del prodotto non deve assolutamente portarne ad un uso approssimativo. Per quanto possa sembrare banale, il primo step è leggere scrupolosamente le indicazioni riportate sull’etichetta del prodotto, essendo lo Spinosad largamente impiegato nella composizione di vari prodotti commerciali dalle differenti procedure d’uso.
Al di là della composizione le precauzioni sono le stesse: è bene munirsi di un’adeguata attrezzatura di protezione: guanti e maniche lunghe sono indispensabili per evitare il contatto diretto con la pelle ed è inoltre consigliato vivamente l’uso di occhiali protettivi per evitare danni alle pupille.
La maggior parte dei prodotti a base di Spinosad prevede la diluizione della sostanza in acqua e richiede che il prodotto sia rigorosamente applicato con copertura perfetta sulla vegetazione da trattare. Essendo la sostanza dilavabile, in caso di pioggia va nuovamente ripetuto il trattamento.
Le percentuali di prodotto e il quantitativo di trattamenti cambiano a seconda della tipologia di insetto disturbante e che si vuole debellare. In alcuni casi può essere sufficiente un singolo trattamento, mentre in caso di infestazioni importanti sono necessari più interventi ripetuti con una certa scadenza; anche a distanza di sette giorni l’uno dall’altro.
Quali insetti colpisce
L’effetto di Spinosad agisce sul sistema nervoso degli insetti che lo ingeriscono o che semplicemente ne entrano in contatto. Un’azione disinfestante che non entra in contrasto con altri insetticidi, con cui presenta quindi una resistenza crociata rispetto altre modalità d’azione.
È un prodotto ad ampio spettro e colpisce i seguenti parassiti:
- Tisanotteri: famiglia di insetti comprendenti tutti gli esemplari dotati di ali, che conta più di 5000 diverse specie, tra cui i tripidi che sono in assoluta più nociva e temuta; attaccano piante erbacee da orto o da fiore, arbusti, piccoli alberi da frutto e colture interrate, succhiandone la linfa e trasmettendo virus particolarmente pericolosi per la salute dell’arbusto.
- Lepidotteri: famiglia di insetti le cui larve sono strutturalmente molto diverse dagli esemplari adulti. Larve che fuoriescono da uova depositate in piante orticole e che iniziano a cibarsi voracemente della malcapitata pianta, preferendone in particolare modo le foglie. Ci sono tipologie di bruchi che prediligono determinate colture, come la piralide del mais, le cui larve si cibano prevalentemente di mais e peperoni; o la cydia molesta e la tignola che prediligono generalmente alberi da frutto.
- Rincoti: ordine di insetti di dimensioni piuttosto variabili ma dalla caratteristica comune di avere un apparato boccale pungente da cui succhiano le linfe vegetali e da cui rilasciano virus e batteri. I danni alle piante sono di svariata natura: alterazioni cromatiche, disseccamenti di foglie e germogli, rigonfiamenti e deformazioni.
- Coleotteri: comprendenti più di 350 mila specie si distinguono tre famiglie, tra cui quella delle fitofaghe, i parassiti più comuni, infestanti diverse piante da giardino, che possono causare anche seri danni alle piante colpite, finanche la morte. Esemplari come la dorifora della patata può anche arrivare a deturpare intere piantagioni di patate e melanzane, causando danni importanti alle colture.
- Ditteri: conta più di 120 mila specie. Il più rappresentativo in assoluto tra i ditteri, come infestatore di piante e ortaggi, è sicuramente la mosca. L’insetto adulto depone le uova all’interno del frutto, da cui si sviluppano le larve che si nutrono della polpa. Quelle più dannose per i nostri ortaggi sono sicuramente la mosca dell’olivo, la mosca del ciliegio e la mosca della frutta.
- Imenotteri: questa classe di insetti è dotata di robuste mandibole con cui masticano e succhiano linfa dalle piante. Le larve rappresentano i più comuni ed infestanti parassiti, divorando tutti i tessuti vegetali e provocando la formazione di galle, cioè deformazioni del tessuto vegetale.
È bene sottolineare che l’efficacia di Spinosad varia a seconda della profondità di sviluppo dell’infestazione. Per questo motivo è preferibile che dosaggio e metodi di applicazione siano basati sul monitoraggio delle popolazioni di insetti infestanti, così da eseguire il trattamento all’inizio del ciclo vitale, intervento tra il periodo di cova delle uova e la schiusa delle larve.

Su quali piante è possibile utilizzare Spinosad
Per ogni prodotto nella cui composizione è presente il principio dello Spinosad, sono definite non solo le specifiche tipologie di insetti su cui agisce e il dosaggio, ma anche le colture su cui può intervenire l’insetticida, con relative modalità di trattamento, con specifiche dettagliate. Il tutto riportato sul foglietto illustrativo, che deve essere rigorosamente consultato con il massimo dell’attenzione per evitare acquisti sbagliati e potenziali usi impropri: esistono infatti prodotti più adatti alla difesa degli ortaggi, altri più consigliati per gli alberi da frutto ed altri ancora per le piante ornamentali.
Di norma è preferibile avere il prodotto pronto all’uso già all’inizio della stagione primaverile, quando le colture sono più soggette agli attacchi dei parassiti sopra citati ed è più facile evitare danni irreparabili.
Tossicità e danni
Nonostante la naturalezza del prodotto e il fatto che non inquini l’ambiente, Spinosad è in ogni caso molto poco selettivo nei confronti anche di insetti fondamentali per le colture. È infatti tossico per preziosi insetti impollinatori, come api e bombi, e lievemente tossico per crisope e coccinelle che sono preziosi predatori di pidocchi e afidi. Per questo motivo andrebbe evitato l’uso del prodotto nel periodo di fioritura, in cui c’è la massima attività bottinatrice, indispensabile per una buona produzione di frutta.
Accortezze specifiche devono essere adottate nell’evitare applicazioni tramite nebulizzazione o in presenza di vento, per evitare la contaminazione con altre colture, e nell’evitare inoltre la dispersione in corsi d’acqua e nei sistemi di scolo, perché potenzialmente nociva per gli organismi acquatici. Insomma, come per tutti i prodotti fitosanitari, vanno assunte le dovute precauzioni per ottenere un’efficacia mirata e quanto più possibile ecosostenibile.



