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Come scegliere la vanga

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Ogni orticoltore che si rispetti sceglie con cura gli attrezzi da utilizzare al meglio per raggiungere un risultato florido e soddisfacente.

Tra gli strumenti fondamentali figura sicuramente la vanga, grazie alla quale è possibile smuovere il terreno e ottenere un suolo morbido e funzionale alla coltivazione in profondità.

In commercio la scelta della vanga, soprattutto se si è poco esperti, può risultare complicato a causa delle numerose scelte. Ecco perché in questo articolo andremo a sviscerare le varianti, il miglior utilizzo e quale vanga è meglio acquistare a seconda delle proprie esigenze.

A cosa serve la vanga

Vangare l’orto è un’operazione necessaria grazie alla quale viene lavorato il terreno e preparato alla coltivazione. Ecco perché l’attrezzo si rivela indispensabile a ogni orticoltore. Smuovere il suolo con la vanga consente di mantenerlo sciolto e ben drenato e scongiura la formazione dei dannosi ristagni idrici.

Per poter coltivare la vangatura non è un passaggio obbligato ma è sicuramente un metodo efficace. Basare l’orto su un terreno lavorato permette di creare una coltivazione florida senza che vengano alterati gli equilibri del suolo.

La vangatura non è solo un metodo largamente utilizzato per la preparazione del terreno ma è anche associato al passaggio della concimazione. Interrare il concime, a prescindere dal tipo di composto, di 10 cm. Il passaggio consigliato prevede una vangatura a fondo, la distribuzione del concime e zappare per concludere il lavoro.

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Vanga da giardino (Foto©Pixabay)

Differenza tra vanga e badile

Uno degli errori frequenti è la difficoltà a distinguere la vanga dal badile ma in realtà tra le due intercorre una differenza di fondo: la punta.

Il badile ha una punta a forma concava il cui scopo è quello di raccogliere il materiale da spostare. Questo attrezzo è infatti indicato per la raccolta del materiale ed è meglio noto come pala mentre la vanga presenta una punta lievemente piatta e ha l’obiettivo di smuovere e rivoltare il terreno e prepararlo alla coltivazione.

Come scegliere la vanga

Per potersi destreggiare con maggiore sicurezza tra le proposte commerciali è utile conoscere a fondo le vanghe e le sue varianti. Queste si distinguono per il tipo di punta, il materiale e l’utilizzo.

Scegliere la vanga giusta non ha una legge universale ma va scelta in base al tipo di lavoro da svolgere senza sottovalutarne l’ergonomia. Trattandosi di un attrezzo da giardino manuale è necessario infatti che risulti comodo al lavoratore e non renda il lavoro ulteriormente stressante e controproducente.

I tipi di lama di una vanga

Una caratteristica fondamentale per acquistare la vanga è senza dubbio la punta.

La lama è in metallo o acciaio ed ha una forma che consente all’attrezzo di poter penetrare il terreno. In commercio ne esistono diverse e si distinguono proprio in base alla forma della stessa. In particolare si distingue la vanga a forma squadrata, quella con punta a scudo e la forca da vangatura.

La lunghezza della lama, per permettere un lavoro soddisfacente, dovrebbe essere di 25-30 cm. Questa lunghezza permette infatti di lavorare il terreno a una profondità utile. In particolare il lavoro si rivela più semplice se la lama è dotata di metallo spesso e robusto il cui obiettivo è quello di resistere alla leva durante il lavoro.

Anche il manico rappresenta una caratteristica alla quale prestare una certa attenzione perché ne determina non solo la qualità dell’attrezzo ma soprattutto la comodità durante l’esecuzione. In genere le vanghe sono costituite da manici facilmente sostituibili ma è bene scegliere uno qualitativamente indicato. L’altezza del manico non determina alcunché ai fini della vangatura ma assicura la corretta esecuzione e una corretta postura durante il lavoro, quindi è bene sceglierlo in base alle proprie personalissime esigenze.

Un’altezza corretta permette alla schiena di non incurvarsi durante l’esecuzione. Per la qualità è bene puntare su un manico robusto che non tenda a piegarsi dopo i primi utilizzi, un’asta deforme potrebbe non solo rendere il lavoro più faticoso ma compromettere anche la postura e il risultato finale. In genere è largamente utilizzato in legno.

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Vanga da orto (Foto©Pixabay)

I vari tipi di vanga

Una volta chiarite le caratteristiche principali, e cioè punta, materiale e manico, è bene adesso analizzare i vari tipi di vanga. Queste si differenziano principalmente per la forma della lama a cui viene associato un tipo di lavoro diverso. Il primo tipo è costituito dalla vanga squadrata o rettangolare, quella cioè priva di punta e che ben si adatta al terreno già lavorato o a un tipo di suolo senza troppe radici.

La vanga rettangolare permette un taglio di zolla precisa e ordinata ed è quindi scelta da chi decide di dedicarsi alla cura di prati e aiuole. Un’altra tipologia è la vanga con punta a scudo, quella cioè che penetra con metodo crescente nel terreno e permette di creare un’area di lavoro sempre più ampia.

Questa è largamente utilizzata e ben si adatta a tutti i tipi di terreno, anche quelli compatti. Esiste poi anche la vanga forca che è il connubio perfetto tra la forca e la vanga. Si tratta di un attrezzo con denti dritti e robusto e non possiede alcuna lama. Questa tipologia si presta ad entrare più facilmente nel terreno ed è l’ideale per suoli argillosi e compatti.

Vanga da giardino o per orto

Spesso si può incappare in un interrogativo: quale vanga è indicata per il giardinaggio? L’attrezzo è notoriamente adatto a lavori da orticoltori ma esistono alcune differenziazioni che permettono una scelta scrupolosa dello strumento.

La vanga rettangolare è infatti dotata di punta squadrata e permette un utilizzo migliore nel taglio di sezioni precise e adatte al giardinaggio, le altre tipologie invece ben si prestano agli orti.

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Ultimo aggiornamento il 27 Aprile 2024 22:04

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