Come coltivare piselli

piselli varietà

I piselli sono un elemento spesso presente sulle tavole degli italiani e non; si prestano a molti piatti grazie al loro gusto e alle caratteristiche fisiche che accontentano anche i più piccoli. I piselli fanno parte dei legumi e si dividono in due famiglie: nane e rampicanti.

Nell’orto di casa si può addirittura pensare di coltivare piselli di entrambre le famiglie, contemporaneamente e senza conseguenze negative.

Varietà, famiglie e classificazioni

Le varietà di piselli sono moltissime e si possono classificare in altrettanti gruppi. Alle famiglie dei piselli più conosciute e utilizzate si aggiungono anche le mezzarama (via di mezzo tra le precedenti nane e rampicanti precedentemente accennate).

Un ulteriore classificazione dei piselli può consistere nella divisione tra piselli da sgranare e varietà mangiatutto: dei primi si consuma solo il seme, i secondi sono rappresentati da piattoni o taccole. Della prima categoria, ci può essere un’ulteriore sottocategoria, caratterizzata da piselli a seme liscio e piselli a seme rugoso.

Ogni famiglia ha diversi tipi di pianta e ogni tipo cambia nome. Tra i più famosi nani ci sono i Douce de Provence, i Meraviglia di Kelvedon e i Progress 9; tra i mezzarama troviamo i Carouby, i Sugar Flash, gli Utrillo e i Rondo; infine tra i rampicanti ci sono gli Alderman e i Golden Sweet.

Clima e terreno per la semina

I piselli sono una pianta molto adatta alle nostre temperature e al nostro clima in generale; è capace di resistere anche a temperature di gran lunga al di sotto di 0 gradi. Un elemento che però non sopporta la pianta di piselli è l’umidità, per questo motivo serve un terreno ben drenante senza crosta in superficie. Meglio evitare la semina in vasetti, suggeriamo invece direttamente nel terreno.

Per il concime non è necessaria una grande attenzione, bastano 2-3 kg di letame e la stessa quantità di pallets.

Semina

La semina dei piselli, come per quella delle fave inizia nel periodo autunnale, nei mesi di ottobre, novembre e dicembre è possibile iniziare questa coltura; se invece ci si trova in zone con inverni rigidi è meglio attendere fine febbraio in modo che le temperature tornino ad alzare. La semina dei piselli deve avvenire in file a 70-80 cm. circa di distanza una dall’altra e ciascun seme ha bisogno di appena qualche cm di distanza dal vicino.

Per quanto riguarda il sostegno, alla famiglia nana bastano alcuni rametti invece per le rampicanti sono necessarie le reti. Il periodo più consigliato è verso ottobre/novembre altrimenti tra febbraio e marzo, inoltre se effettuata in quest’ultimo periodo riduce l’attacco di topi e malattie.

Coltivazione

Ci sono alcune operazioni che sono necessarie e utile per l’ottima crescita della pianta: la rincalzatura, la serchiatura e il controllo degli infestanti. Diverse le altezze in base alla famiglia di piselli, i nani possono arrivare a 40 cm invece i rampicanti fino a 2 metri. Essendo un legume va irrigato durante la fioritura ma ricordandosi di non creare ristagno. L’innaffiatura non va effettuata nelle ore più calde della giornata. Contemporaneamente ai piselli si possono coltivare patate, spinaci, lattughe e carote; da evitare aglio, cipolla e simili.

Raccolta

La raccolta dei piselli deve essere effettuata quando il baccello è turgido, prima che diventi rugoso e il seme duro. Le tempistiche classiche di coltivazione vanno dai 90 ai 100 giorni. Le temperature possono modificare le tempistiche di raccolta in quanto temperature calde velocizzano la maturazione e per questo motivo si consiglia la coltivazione in primavera. La conservazione è abbastanza semplice in quanto basta mettere i piselli in freezer, in questo modo si mantiene bene e non appassisce.

Dopo la raccolta

Il terreno, una volta raccolti i piselli, può essere riutilizzato per coltivare altre piante facendo però attenzione. Questa pianta infatti impoverisce il terreno di calcio e i resti delle sue piante sono perfette come compostaggio per ristabilire almeno in parte i valori.

Malattie e parassiti

Come già detto, la coltivazione in periodo primaverile diminuisce molto l’attacco di particolari malattie. L’unico grosso problema può arrivare dai topi che si cibano dei semi e degli afidi.

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