Amatissimi e diffusi soprattutto nella zona della macchia mediterranea, i capperi non possono mancare nel tuo prontuario per la cucina. Non è difficile coltivarli, anzi, le piante di cappero nascono anche con grande naturalezza; inoltre è una pianta perenne. Più difficile è mantenere la pianta nel tempo ma con qualche semplice accortezza anche il pollice verde meno preparato saprà come affrontare i problemi.
Coltivare capperi, pianta sempreverde, è una operazione molto semplice. Con questa guida per principianti chiunque, anche tu se non ti senti ancora molto esperto, potrà divertirsi mettendo le mani in pasta, o meglio, in terra.
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La pianta del cappero
Prima di parlare propriamente di come coltivarla, devi sapere che la pianta del cappero appartiene alla famiglia della Capparidacee. Il suo vero nome scientifico è invece Capparis Spinosa. È una pianta piuttosto selvaggia poiché ha la forma di un piccolo arbusto rampicante e, se si trova nelle regioni meridionali, cresce facilmente in qualsiasi piccolo angolo sfruttabile.
Ha foglie di colore verde scuro. Sono carnose e dalla forma ovale. Come sai, la parte mangiabile non è altro che il piccolo bottoncino verdastro dei fiori i quali sono molto profumati e dai colori più disparati. Ci sono infatti fiori bianchi, ma anche rosa o viola.
Quando coltivare i capperi
Per capire come si coltivano i capperi devi sapere quando iniziare a coltivarli. Sapendo che essi daranno i loro frutti nel periodo tardo primaverile fino a produrre per tutta l’estate, devi fare bene i conti riguardo il momento in cui cominciare.
E il momento cambia in base a come decidi di procedere. Se infatti scegli la propagazione per talea, inizierai un po’ più tardi, ovvero nel periodo estivo. Se invece vuoi dilettarti nella semina, anche se le operazioni sono un po’ più complicate, devi iniziare già in primavera. Se procedi per semina non piantare subito in piena terra, ma prima procedi con un vasetto in cui inserirai torba e sabbia.
Dove seminare capperi: clima e terreno
Centro e sud Italia sono le zone migliori per il nostro cappero. La pianta infatti ama moltissimo condizioni climatiche pienamente calde. Per questo motivo predilige anche un’esposizione in pieno sole. Attenzione dunque a chi procede a coltivare nel nord Italia: i capperi temono molto le escursioni termiche e sarebbe buona cosa procedere a coltivare in vaso.
Per il terreno, il cappero non ha particolari esigenze, se non che ama i terreni sassosi e aridi e non quelli umidi, a differenza della maggioranza delle piante. Per questo motivo non occorre nemmeno concimare.
Sarchiatura del cappero
Come abbiamo detto, la coltivazione del cappero non è complicata. L’unica operazione che però ti consigliamo di tenere viva anno dopo anno è la sarchiatura che ti aiuterà a pulire le aiuole dalle erbacce che la pianta teme.
Irrigazione e concimazione dei capperi
Amando molto l’aridità e i terreni secchi, l’irrigazione del cappero non è poi così fondamentale. Si bagna quando le piante sono giovani, ma poi rimane autonomo. Nemmeno la concimazione è da fare, se non solo a volte con un po’ di stallatico ma senza esagerare poiché il terreno non per forza deve essere ricco di sostanza organica.
Potatura
Il nostro capparis spinosa ogni tanto deve essere potato. Lo si può fare anno dopo anno durante il periodo freddo di febbraio durante il quale di tagliano i rami. In questo modo la pianta, grazie alla pulizia a cui è sottoposta, potrà produrre e germogliare ancor di più.
Coltivare capperi in vaso
Coltivare capperi in vaso è un’operazione possibile, soprattutto per coloro che o non hanno spazio o si trovano in zone che per il cappero sono difficili da sopportare, ad esempio quelle più fredde.
Il vaso deve essere di dimensioni ottimali. Se lo si sceglie fondo 50 cm può andare bene. L’esposizione, come in piena terra, deve sempre essere in pieno sole. Oltre al terriccio è opportuno unire anche calce e sabbia. In questo caso, non potendo prendere da sé nutrimento, bisogna irrigare all’incirca 3 volte a settimana senza esagerare.
Proprietà e benefici dei capperi
Prima di parlare dei benefici dei capperi è buona cosa sapere come si mettono i capperi sotto sale. L’operazione da eseguire è molto semplice. Bastano un vasetto di vetro, dei capperi e del sale. Capperi e sale sono da alternare all’interno del vasetto e dopo un paio di giorni bisogna eliminare la salamoia per aggiungere ulteriore sale, operazione da eseguire due volte. Dopo due mesi i capperi possono essere consumati dopo aver scolato l’acqua.
I capperi hanno un valore energetico basso. I lipidi sono praticamente assenti così come il colesterolo. Il sodio è molto presente dunque non va bene per chi soffre di ipertensione. Ci sono però dosi importanti di manganese, ferro, magnesio e rame. Le proprietà diuretiche e antiartritiche sono molto diffuse in campo erboristico.
Varietà di capperi
Le varietà di capperi sono diverse e più o meno diffuse.
- I capperi di Pantelleria IGP sono famosissimi e molto buoni, forse per il particolare suolo vulcanico in cui vengono coltivati.
- Ci sono poi i capparis spinosa inermis, ovvero senza spine e dalle foglie scure, varietà spesso utilizzata nelle abitazioni private.
- Come dimenticare poi la capparis sicula che cresce in terreni argillosi ed è tipica della macchia mediterranea.
- Ricordiamo infine la capparis rupestris priva di spine, molto famosa oltre che da noi anche in Oriente.
Che differenza c’è tra capperi e cucunci?
Il cappero, è il bocciolo non ancora aperto. Se il cappero non si coglie, e si lascia sbocciare il fiore, si avrà il frutto, ovvero il cucuncio.