
Per contrastare gli insidiosi parassiti o malattie fungine che danneggino le preziose coltivazioni, una soluzione ecosostenibile è determinata dalle farine di roccia o polveri di roccia. Si tratta di un rimedio naturale, raffinato attraverso l’utilizzo di macchinari, e largamente utilizzato per orti e frutteti. I minerali, resi fini meccanicamente, ostacolano con efficienza parassiti e relative malattie fungine traendo in salvo intere colture.
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Cosa sono le farine di roccia
Le farine di roccia sono minerali naturali resi fini meccanicamente e largamente utilizzati in natura. Non esiste una singola tipologia ma svariate scelte che variano a seconda del minerale da cui è ricavata. In commercio sono presenti diverse opportunità e le più comuni sono quelle di caolino, zeolite e bentonite che rappresentano le tre polveri naturali più usate in agricoltura biologica.

Come si usano le polveri di roccia
Largamente utilizzate in natura per contrastare i parassiti, le farine di roccia vengono adoperate anche in agricoltura biologica, perché naturalmente non costituiscono un danno per l’ambiente.
Il fatto che siano largamente scelte è proprio perché, oltre a contrastare con efficienza i parassiti, sostituiscono sostanze chimiche e industriali per nulla eco-friendly. Secondo il Decreto Ministeriale 6793 del 2018 il prodotto può essere inserito nell’agricoltura biologica senza inficiare sul risultato e senza danneggiare l’ambiente o la coltivazione in questione. Non sono presenti, infatti, prove di tossicità.
Per essere utilizzate queste devono essere molto sottili per consentire al contatto con l’acqua di sciogliersi in modo completo. Queste vanno irrorate attraverso strumenti agricoli specifici come quelli vaporizzatori. Tra gli attrezzi utili figurano le pompe a spalla, quelle manuali o quelle elettriche.
Le principali farine di roccia
In natura quando si sceglie di sostenere la coltivazione biologica non si può rinunciare all’aiuto offerto dalle polveri di roccia come il caolino, la zeolite e la bentonite. Si tratta delle tre farine di roccia maggiormente diffuse. Queste lavorano come corroborante e difendono ortaggi e frutti da potenziali attacchi parassiti o fungini.
Il primo è il caolino, una polvere di roccia che viene utilizzata nella maggior parte dei casi in coltivazioni di olivi. Questa nasce dalla sedimentazione dei massi a contatto con l’acqua. È di colore bianco e molto fine, nonostante la seconda lavorazione sia obbligatoria per renderlo ancora più polveroso. Distribuito tra gli alberi consente di contrastare la mosca olearia, il principale nemico dell’ulivo ed evitare l’eccessiva insolazione.
Il caolino è molto sottile e per tale ragione è molto facile che, con l’incedere delle piogge, venga completamente o in larga parte rimosso.
La zeolite è un altro minerale largamente diffuso. Questo è di origine vulcanica e viene estratto sotto forma di deposito di lava sedimentata. La famiglia della zeolite presenta numerose varianti e le più diffuse sono quelle appartenenti alle varietà chabasite e cubana. Questa polvere arriva in commercio granulare e consente di migliorare le proprietà del suolo agricolo. Corregge, infatti, il pH acido e aumenta la capacità del terreno di trattenere l’acqua evitando però i ristagni idrici. Quella commerciale in polvere ha invece doppia azione: agisce contro i parassiti, e in particolare la cimice asiatica,e le malattie fungine come lo oidio o la bolla del pesco.
La bentonite è un’altra varietà largamente diffusa, soprattutto in enologia e viticoltura. Si tratta di un minerale di origine vulcanica che viene estratta e usata per la produzione del vino e nei processi di chiarificazione.
Farina di basalto
La farina di basalto è una farina rocciosa che in fase di preparazione non rilascia residui ed è largamente utilizzata nelle colture di olivi. Questa va fatta sciogliere in acqua all’interno di un contenitore e poi irrorata su tutta la pianta. Il corroborante ottenuto, a differenza di altri presenti in commercio, sostiene la crescita dell’oliva, che appare di dimensioni maggiori, e previene le punture della dannosa mosca olearia.




